2. L’ibrido è un sistema volutamente e necessariamente LENTO. Se ad esempio vogliamo testare una misura di carichi, accendiamo un dispositivo noto – ad es. un forno da 1 kW - e vedremo “subito” che la macchina lo rileva (sul display, si vede subito, sul cloud dopo 5 minuti).
Tuttavia, la reazione – nell’esempio, attingere alla batteria per alimentare quel carico – può non essere immediata. Ciò potrebbe essere dovuto alla necessità di preservare la batteria che, magari, in quel momento era in carica : a tutti gli accumuli al Litio, pur molto “elastici” si cerca di evitare le troppo frequenti inversioni carica/scarica per evitarne il degrado.
3. Per una corretta analisi, è sempre necessario valutare almeno 24 ore – ma meglio qualche giorno – dove sia noto il tempo atmosferico, e dove vi sia un tempo consistente di sole, specie di insolazione intorno a mezzogiorno. In Italia piove in media per circa 70 giorni sui 365 annui.
4. il sistema ibrido somma diverse complessità e funzionalità :
- l’MPPT, logica che permette di trovare dinamicamente il punto di miglior funzionamento del generatore variabile dato dal campo FTV.
- i carichi, ovviamente incostanti anche se a volte prevedibili
- l’accumulo, tipicamente utilizzato per un macrociclo quotidiano 100%-0%, ma che ha la possibilità di più cicli di carica e scarica, anche in intervalli più ridotti
- la manutenzione anche straordinaria delle batterie, su impulso del loro BMS o dell’inverter. In sostanza, un accumulo può aver bisogno di essere caricato e/o scaricato completamente per garantirne l’efficienza (ciò accade tipicamente d’inverno quando, con poco sole, la carica quotidiana è scarsa)
- la funzione EPS (Emergency Power Supply) ed anche eventuali riserve di carica destinate a quella situazione
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